Centocinquant’anni fa’ con l’Unità d’Italia una capitale, Torino, venne declassata a comune città capoluogo del Piemonte, e la capitale d’Italia divenne Firenze, in attesa della proclamazione di Roma, come avvenne infatti nel 1870. Ebbene dato che sotto il governo di Casa Savoia c’era la libertà di opinione e di espressione, non tutti i cittadini erano soddisfatti di quel che avveniva a Firenze: troppe feste per celebrare i recenti trionfi in guerra, tra i Senatori alcuni non erano considerati all’altezza del loro compito e in quanto al grande Re Vittorio Emanuele II non tutti apprezzavano la sua propensione per le belle donne e quindi il popolo dichiarò: “A Firenze meno feste, al Senato miglior teste, al popolo più pane e al Re meno pu….ne!”.
Pochi anni prima la cognata del Re, Elisabetta di Sassonia, vedova di Ferdinando Duca di Genova e madre di colei che fu poi la Regina Margherita , sposò in segreto, ma non troppo, un gentiluomo di Corte il Marchese Niccolò Rapallo, non giudicato all’altezza di tali nozze, e il popolo parlò; “Per aver posto oh misera l’incauto piede in fallo, cadesti a capitombolo da Genova a Rapallo!”.
Quando il Congresso di Vienna nel 1815 confermò alla Casa di Borbone la sovranità su Napoli e Sicilia stabilì l’Unità dei due Reami col nome ufficiale di Regno delle Due Sicilie, e il Re Ferdinando che era stato Ferdinando IV a Napoli e Ferdinando III in Sicilia, divenne Ferdinando I, e il popolo commentò: “Fosti quarto, fosti terzo, or t’ intitoli primiero, se continui nello scherzo finirai per esser zero….!”.
Ancor prima e nientemeno che tra gli antichi romani, la Storia ci ha tramandato la vicenda di Clelia una giovinetta data in ostaggio nel 507 avanti Cristo a Porsenna Re degli Etruschi.Ebbene l’intrepida Clelia riuscì a fuggire e nuotando nel Tevere tornò a Roma .Una voce del popolo commentò con tono piccante: “Quando la vergin Clelia passava a nuoto il Tevere faceva a tutti vèdere lo scatolin del pevere….”.
In epoca fascista le tiritere ironiche si diffusero abbondantemente spesso con toni molto scurrili come quella che inizia con la nascita di Mussolini :” Se Rosa colpita da benigna luce.. eccetera” non vogliamo scendere nella trivialità quindi ci fermiamo qui!
Livio Orlandini