mercoledì 2 marzo 2011

Trattative matrimoniali

Mentre si concretizzavano le grandi manovre per la realizzazione del progetto tendente all’Unità dell’Italia il Conte di Cavour non mancava di scandagliare le corti d’Europa in vista di alleanze matrimoniali tra personaggi di Casa Savoia e qualche Principe o Principessa allo scopo di sollecitare la benevolenza di importanti Nazioni verso il piano in gioco. L’anno 1855 era stato particolarmente funesto per la Famiglia Regnante a Torino: era deceduta la Regina  Maria Teresa madre del Re Vittorio Emanuele II e vedova del Re Carlo Alberto, poi si era spento il Duca di Genova, fratello minore del Re e infine era mancata anche la consorte del suddetto Re e cioè la Regina Maria Adelaide, madre dei suoi numerosi figli. Il Sovrano sarebbe stato così libero di sposare la donna con cui aveva una relazione e che gli aveva dato due figli naturali, ma il Conte di Cavour era assolutamente contrario a una tale eventualità: come è noto il nome di questa donna, priva di titoli nobiliari era Rosa Vercellana, e un suo eventuale inserimento nella famiglia Reale avrebbe contrastato con le intenzioni del Conte che mirava a qualcosa di molto più eclatante. Considerato che il Regno di Gran Bretagna non guardava con ostilità all’azione dei patrioti italiani Cavour indusse il Re a intraprendere un viaggio a Londra sia per simpatizzare ulteriormente con i politici inglesi nonché per concretizzare la conoscenza con la Regina Vittoria e infine  per gettare le basi, perché no, per un eventuale matrimonio. Effettivamente la sovrana britannica era particolarmente affezionata a sua cugina Mary Adelaide figlia di suo zio il duca di Cambridge, fratello minore del suo defunto padre il duca di Kent e i vari tentativi per trovare un marito alla cugina erano fino allora falliti per varie ragioni. Mary Adelaide non era brutta ma era decisamente sovrappeso e la sua obesità, oltre a una posizione economica non particolarmente brillante aveva scoraggiato diversi candidati, mentre la Sovrana inglese era entusiasta all’idea che sua cugina diventasse Regina di Sardegna e forse d’Italia. Vittorio Emanuele II in Inghilterra si comportò in maniera giusta, rendendosi simpatico sia ai governanti che alla Regina e ne fanno prova le parole di positivo entusiasmo che Vittoria lasciò scritto nel suo diario, il Re le piacque sia per la sua intelligenza che per la sua franchezza, mentre lo stesso giudizio non fu condiviso da Mary Adelaide la quale forse già innamorata dell’uomo che poi sposò, si dichiarò contraria a un matrimonio col Re Sabaudo. Crediamo che anche Vittorio Emanuele abbia tirato un sospiro di sollievo per non aver trascinato a Torino una simile palla al piede, e per aver potuto continuare la sua relazione con la “bella Rosina”.La difficoltosa figlia del duca di Cambridge sposò poi il duca Francesco di Teck, rampollo nato da un matrimonio morganatico di un principe della casata tedesca dei Re di Wurttenberg: da loro oltre a tre figli maschi nacque la Principessa Mary di Teck, fidanzata in un primo tempo al duca di Clarence, primogenito del Principe di Galles, e ricordiamo che dopo la morte prematura del duca di Clarence su cui aleggiò il sospetto di essere addirittura “Jack lo squartatore”Mary di Teck sposò poi colui che divenne il Re di Gran Bretagna Giorgio V. E tutto questo sotto l’ala protettiva della ormai anziana Regina Vittoria. Ma questa è tutta un’altra storia…mentre il Conte di Cavour realizzò un altro progetto matrimoniale tanto utile all’evoluzione dell’Italia e cioè quello tra Clotilde di Savoia la primogenita del Re Galantuomo con il Principe Giuseppe Gerolamo Bonaparte  cugino di Napoleone III.
Livio Orlandini.

La scomparsa di Yara e cose varie

 “Chiunque abbia visto qualcosa, o comunque sia al corrente di dati o notizie relativi a questa giovane donna scomparsa a Brembate, è pregato anzi è doverosamente esortato a comunicarlo a chi è preposto alla sua ricerca per riportarla in seno alla sua famiglia” parole sacrosante diffuse  dai media e particolarmente da tutte le reti televisive. Poi il nome, il cognome , l’indirizzo l’immagine , la faccia, l’abitazione, la targa dell’auto,i dati dei vicini di casa  e quant’altro  possibile vengono divulgati e pubblicizzati sconvolgendo la vita del malcapitato che ha creduto di adeguarsi onestamente a questa missione. Guai a lui se quel che riferisce agli investigatori non è perfettamente descritto nei minimi particolari, se nei diversi interrogatori rettifica o dimentica cose dette in precedenza come se in quel precedente momento, anziché pensare ai propri affari avrebbe dovuto filmare gli eventi di cui era stato casualmente testimone. Mitomane o paranoico è il minimo epiteto che gli viene affibbiato se risulta che il suo telefono cellulare si trovava in un luogo diverso dal punto della presunta scomparsa della persona ricercata e questo come prova che non aveva potuto assistere a ciò che asserisce di aver visto: e ciò partendo dal presupposto che il cellulare, come un terzo occhio o come una terza gamba sia incastrato nel corpo e non possa essere stato lasciato momentaneamente da qualche altra parte! Ma di questo passo, il comune onesto cittadino che per pura combinazione avesse qualche testimonianza da riferire cosa pensate che dica tra se e se? Semplicemente: “Ma chi me lo fa fare?”Altro caso analogo che può coinvolgere un passante onesto cittadino che assiste a una lite con sparatoria, come effettivamente è accaduto:cade a terra un ferito da coltello o da arma da fuoco e l’onesto cittadino se la dà a gambe: “vergogna|” bisognava chinarsi sul ferito e aiutarlo! Bello a dirsi  davanti al computer di una redazione o sul divano del proprio salotto ma ci rendiamo conto che nella realtà è tutto diverso….? E allora piano nelle critiche o nella demonizzazione di chi non ha lo spirito di “Sherloch Holmes” cioè di un investigatore nato, o l’animo eroico di Enrico Toti che lanciò la stampella contro il nemico. Qui siamo gente tranquilla e non personaggi da libro “Cuore”.
Livio Orlandini

Educazione sessuale ieri e oggi

Siamo nel secolo scorso, l’anno non ha importanza, e il ragazzo tredicenne legge su un muro la frase:”viva la f…”. Sa benissimo cos’è la f…gliel’hanno spiegato per filo e per segno gli amici della strada o altri del palazzo in cui abita o i compagni di scuola e, anche se non ne ha mai vista una potrebbe descriverla anche nei minimi dettagli. E’ un argomento che non viene trattato in famiglia ma questa volta il ragazzo fa il finto tonto e rientrato a casa dice alla madre quello che ha letto sul muro e le chiede cosa sia questa f…”Chiedilo a tuo padre” risponde la madre con aria assolutamente indifferente Interpellato in merito al rientro dal lavoro il padre come se fosse la cosa più ovvia del mondo risponde : “…la femmina del fico, diamine!”Capitasse oggi il padre ignorante o finto ignorante risponderebbe:”..ma che ti mando a scuola a fare?” pensando che rispetto ai suoi tempi, il corso di educazione sessuale sia ormai una materia insegnata regolarmente. E invece non è proprio così. perchè da questo punto di vista siamo ancora all’età della pietra. Certo alcuni insegnanti volonterosi come quello d’italiano specializzato in letteratura si danno da fare a stuzzicare i pruriti degli alunni adolescenti commentando nella Divina Commedia le vicende del Minotauro un uomo con la testa di toro. Sua madre Pasifae, moglie di Minosse lo concepì accoppiandosi con un toro di cui si era follemente innamorata e inserendosi in un simulacro di mucca che aveva fatto costruire in legno appositamente per stimolare i sensi del bovino, “E vi lascio immaginare le contorsioni che dovette fare per raggiungere la posizione adeguata..” Questo è il commento del prof. del giorno d’oggi agli allievi sghignazzanti. Per non parlare della professione della bellissima Taide definita sbrigativamente “la puttana” dal divino poeta, una attività praticata largamente anche ai nostri giorni” commenta lo zelante insegnante di lettere
Livio Orlandini