mercoledì 13 aprile 2011

Nessun Tiziano a Milano

Da un volume edito da Rizzoli-Skira apprendiamo la collocazione geografica delle opere presenti in Italia del celeberrimo pittore Tiziano Vecellio sulla cui fama è superfluo aggiungere parole. I musei e le chiese di Napoli, di Firenze e di Venezia nonché di Padova e di Brescia hanno il privilegio di ospitare alcuni capolavori di questo grande Maestro, Roma ha un solo quadro, Milano non ne ha nessuno. Questi dati naturalmente non tengono conto di eventuali altre opere presenti in case private e non di pubblica conoscenza per la comprensibile riservatezza di famiglie privilegiate. A Milano esisteva un’opera del Tiziano, un dipinto di cm. 303x108, quindi di dimensioni notevoli, e sino al 1797 era collocato in una cappella di destra della chiesa di leonardesca memoria di santa Maria delle Grazie, in corso Magenta. Rappresentava e rappresenta, perché esiste ancora, l’incoronazione di spine di Gesù prima del suo definitivo martirio; il pittore in questione ha dipinto due quadri di questo medesimo argomento, l’altro è esposto in un museo di Monaco di Baviera. Come ci insegna la storia, dopo gli eccessi della rivoluzione la Francia condotta da Napoleone Bonaparte occupò parte dell’Europa e, senza addentrarci nelle vicende politiche dell’epoca, nel 1797 le truppe francesi erano di stanza a Milano e nel corso dell’azione di soppressione dei conventi e nella confisca dei beni ecclesiastici, si impossessarono, en passant, del quadro del Tiziano che oggi fa bella mostra di sé nel museo del Louvre a Parigi. Basta entrare nella suddetta chiesa di Milano per apprendere  quanto stiamo dicendo: una targhetta conferma tutto ciò, poi basta andare… a Parigi al Louvre e ammirare l’opera. L’argomento dei capolavori italiani saccheggiati dagli invasori stranieri è stato dibattuto più volte ma ci sembra utile ripeterlo. L’Italia ha recentemente restituito ai legittimi proprietari, il popolo etiopico, l’obelisco di Axum a suo tempo depredato durante il nostro delirio imperiale, i Francesi non potrebbero fare altrettanto con noi? Ci rendiamo conto dell’immenso valore artistico di una simile opera? Del suo richiamo turistico e  infine perché no del suo eventuale valore venale? Milano è talmente bella, sissignori è bellissima, che non ha bisogno di un quadro in più o in meno per aumentare la sua fama o per  attirare turisti comunque un Tiziano ci starebbe bene…
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Dittature dinastiche e vicende Egiziane

Sulla scia di altri despoti medio-orientali di cui abbiamo già parlato in un  precedente articolo e che esercitano il loro potere dopo di essere succeduti al proprio padre , anche l’ottantaduenne Mubarak si apprestava a cedere il governo dell’Egitto al proprio figlio, ma il popolo non si è dichiarato d’accordo e si è sbarazzato di questi personaggi. La vicenda è tuttora in corso per cui è prematuro fare previsioni circa come si concluderà. Una cosa si deduce da questa e da analoghe situazioni e cioè che la forma istituzionale monarchica ereditaria in quanto formalmente sinonimo di correttezza è tuttora di attualità come soluzione circa la tenuta di un potere politico e, se rigenerata da criteri di modernità e di democrazia, può essere attuata o almeno viene largamente presa in considerazione da certe Nazioni che riconoscono in una linea dinastica il migliore antidoto a un susseguirsi di golpe militari o conseguenti instabilità istituzionali. Occorre però appunto una maturità popolare che non ci pare di scorgere in Paesi pur di antica civiltà come l’Egitto, dove la piazza ha avuto il sopravvento su una dittatura trentennale che, secondo le accuse dei promotori dell’attuale sommossa ha rovinato il Paese arricchendosi alle spalle dei cittadini, la medesima vicenda accaduta nella vicina Tunisia dove la moglie del deposto dittatore è espatriata con un tesoro di alcune tonnellate di lingotti d’oro. L’Egitto ha conosciuto qualche decennio di stabilità e di relativo benessere durante i regni di Re Fuad e di Re Faruk, succeduti al lungo dominio turco poi la casta militare ha imposto il proprio potere sino alle odierne vicende. Eppure questa Nazione  che vanta una storia antichissima con tracce archeologiche uniche al mondo a testimonianza della civiltà fiorita e prosperata all’epoca dei Faraoni e confermata anche sotto la dinastia dei Tolomei e di Cleopatra, avrebbe diritto a una situazione interna stabile e tranquilla per favorire la ripresa della sua maggior risorsa e cioè il turismo, attualmente in fase di stallo per le note vicende. Un turismo di gente proveniente da ogni parte del mondo e alimentato anche dalla vicina Italia: è risaputo che molti nostri concittadini non mancano di onorare nella chiesa di santa Caterina di Alessandria d’Egitto le spoglie di Re Vittorio Emanuele III che vi è sepolto dopo pochi anni di esilio e la fraterna ospitalità di Re Faruk e l’amicizia di questa civilissima Nazione.
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Gocce di sangue blu

Anche l’autorevole Corriere della Sera, a pagina 17 di lunedì 7 marzo 2011, parlando delle imminenti nozze del principe William futuro Re d’Inghilterra, sostiene che nelle vene di Kate Middleton, la promessa sposa, non scorre neppure una goccia di sangue blu. Eppure nel linguaggio giornalistico esiste un termine: “glisser” cioè scivolare, svicolare prenderla alla larga che consente di non fare affermazioni drastiche troppo impegnative e categoriche per dire e non dire senza impegnarsi troppo. Niente, Kate è una commoner, una Cenerentola dei tempi moderni, una borghese con un nonno minatore e allora è “senza una goccia di sangue blu”. Non importa se ROGLO uno dei più prestigiosi e autorevoli siti informatici che si occupa di genealogia (e con cui il sottoscritto si onora di collaborare) ha dimostrato, generazione dopo generazione senza saltare alcun personaggio che la suddetta futura principessa vanta nelle sue vene il sangue di Carlo Magno e di una serie di altri sovrani di molte Nazioni europee e di una sequela di principi e principesse, tutto questo è azzerato dalla suddetta affermazione. Indubbiamente si tratta di “gocce” perché sono passati dei secoli prima che il sangue blu giungesse nelle vene di Kate, ma permettete che un pochino sia  arrivato a destinazione? E allora diciamo che questa probabile futura Regina del Regno Unito è una borghese, che la sua famiglia non è nobile che tra i suoi avi ci sono anche dei lavoratori manuali, ma non diciamo che è senza una goccia di sangue blu! Si dirà che risalendo all’anno Mille e anche più indietro cioè contando oltre quaranta generazioni con centinaia di migliaia di antenati, tutti discendiamo anche da Carlo Magno, d’accordo è probabile, ma nel caso di Kate  gli storici genealogisti citano nome e cognome di ogni anello di questa ascendenza, mentre per molti di noi conosciamo a malapena i nomi dei nostri bisnonni. Nell’ottica di questa ricerca vogliamo evidenziare che il sito Roglo (e chiunque abbia un computer può controllare l’esattezza di quanto stiamo affermando) ha recentemente aggiornato la scheda della principessa Marina di Savoia, consorte del principe Vittorio Emanuele e ha evidenziato che anche Renato Ricolfi Doria, padre di Marina e quindi anche lei stessa, vantano in linea diretta ascendenze Imperiali, Reali e Principesche, anche in questo caso con i dati precisi di ogni personaggio, con la firma degli storici ricercatori. Diamo a Cesare quel che di Cesare, e finalmente finiamola di utilizzare frasi stereotipate specialmente in occasioni sbagliate.  E ricordiamoci che oggi nel 2011 le consorti del Re di Svezia, del Re di Norvegia, del Granduca di Lussemburgo e del Principe delle Asturie e la futura Principessa di Monaco sono di nascita borghese e quelle sì (salvo prova contraria) non hanno nelle vene neppure “una goccia di sangue blu”…